mercoledì, febbraio 14, 2007

"Nei giardini dell'amore"

Nel giorno di S. Valentino - che mi tocca passare lontano dal mio tesoro - non potevo non dedicare a lui un inno all’amore, scritto a metà degli anni ’20 da un autore a me poco noto finora, Nino Salvaneschi, mentre diventava cieco. Ho trovato “Il libro dell’anima” tra gli ingialliti libri di mio padre; è datato 1941.

[…] Ma appena, per un misterioso richiamo degli spazi, a un dato crocicchio due anime si incontrano, si riconoscono e si avviano insieme verso l’avvenire, salutiamo il divino preludio dell’amore.
Allora non diventi un giogo, ma un giuramento; non un’ubbidienza servile, ma una collaborazione cosciente.
Il patto spesso è sigillato senza una parola: il silenzio è il miglior cancelliere dell’amore.

Quando la marcia nuziale delle anime si compie, il destino a due è già nato. E allora l’amore diventa il più prezioso dono della vita. Noi soli possiamo conservarlo o distruggerlo, spingerlo alle vette o precipitarlo nell’abisso. Noi soli.
Bisogna creargli un’atmosfera adatta e sorvegliarlo ogni giorno come una creatura viva. Un gesto non compiuto può allontanarlo, un silenzio prolungato farlo vacillare e una sillaba renderlo muto per sempre; ma nell’egual modo una parola pronunciata a tempo può farlo risorgere, un silenzio ridargli la fiducia e un gesto solo confortarlo di molte ore amare.
Alle anime innamorate basta una giornata di sole per dimenticare il gelo di lunghi inverni. E una situazione nuova che le porrà di fronte sarà sufficiente per farle rivivere nella stessa luce. Così si procede uniti, non soltanto nelle brevi ore dell’allegrezza, poiché sarebbe facile cosa, ma in quelle della tempesta: le sole che contano per l’evoluzione stessa dell’amore.
E quando l’uragano si annuncia, l’amore alza le tende pronto a impegnar battaglia contro il destino.
Vivere nell’attesa di queste ore è una delle più liete promesse dell’amore.

Che importa se tutto crolla d’intorno, quando tu, amore, sei accanto a me? Che importa se ogni cosa si allontana, se tu sola sei vicina? E che importa se per tutti sono morto, quando sono sicuro di esser vivo per te?
Accorgersi che bella promessa si compie sotto un cielo nero è certo la gioia più alta dell’amore. Solo allora le anime comprendono di esser nate veramente sotto il segno dello stesso destino.
- Non bisogna cercare la felicità lontano da noi due, amore. Impariamo dalle piccole creature del cielo a cantare nell’azzurro. La felicità non è nel possedere tanti alberi. Basta un ramo per il proprio nido.

4 Comments:

At 14 febbraio, 2007 21:33, Blogger Giuseppe Scaletta said...

Nel giardino dell'amore ci sei tu, ci sono io. C'è il sole, un filo d'erba, importante quanto il prato. C'è quel raggio illuminato, di bellezza non riflessa, c'è la mano e c'è la guancia, c'è ognuno, ci siamo noi.
Grazie per aver dedicato uno dei tuoi rarissimi post a me.
Che importa se tutto crolla d’intorno, quando tu, amore, sei accanto a me? Che importa se ogni cosa si allontana, se tu sola sei vicina? E che importa se per tutti sono morto, quando sono sicuro di esser vivo per te?
È un buon inizio, per un amore che non avrà mai fine.
Bacio.

 
At 27 febbraio, 2007 19:32, Anonymous Anonimo said...

non importa chi c'è nel giardino dell'amore l'importante è che non manchi l'erba ehehehehe

 
At 17 marzo, 2007 23:53, Anonymous Anonimo said...

Ho scoperto Nino Salvaneschi 10 anni fà ancora oggi leggo con airevole incredulità il suo essere scritore giornalista e poeta
consiglio
--I tre trittici :
Saper Amare
Saper Credere,
Saper soffrire
ciao
Giuseppe --giusepet@inwind.it

 
At 24 marzo, 2007 22:08, Anonymous Anonimo said...

Siiiii!!! Io ho "Saper soffrire" era di mio papà e me lo ritrovo oggi tra i miei libri!! Fooorteee!! (Ogni tanto riesco a farmi viva eh?) :-D

 

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